Nelle istituzioni comunitarie sono decine gli esempi di "revolving doors", funzionari che prestano servizio nel pubblico e in seguito vengono arruolati nel settore privato, che accede così a rapporti privilegiati con la politica. L’ultimo è quello di Vincenzo Salvatore, passato dalla European Medicines Agency a un mega studio di avvocati dove offre consulenza "sulle procedure che regolano tutti gli aspetti del settore"
Da un organismo di controllo della Comunità europea a uno studio legale che fa lobbying per l’industria farmaceutica. In sostanza il controllore passa dall’altra parte della barricata e presta servizio al controllato, a cui porta la sua esperienza tra le fila di chi faceva le regole. Accade all’Agenzia europea per i medicinali (European Medicines Agency EMA), organismo finanziato dall’Unione europea che autorizza, garantisce e certifica la qualità e la sicurezza dei medicinali, dove Vincent Salvatore, ex capo dell’ufficio legale e docente di diritto commerciale internazionale ed europeo presso l’Università dell’Insubria, è diventato “senior counsel” presso il mega studio da 1700 avvocati Sidley Austin LLP. Ovvero consulente “sulle procedure che regolano tutti gli aspetti dell’industria farmaceutica”. Cosa significa? Nel comunicato della Sidley vengono specificate le sue mansioni, tra cui quella di dispensare “consigli legali sulle procedure giuridiche dell’Unione riguardanti tutti gli aspetti dell’industria farmaceutica tra cui l’applicazione delle sanzioni e questioni attinenti alla protezione dei dati personali”. Inoltre Salvatore fornirà anche “assistenza alle società commerciali che lavorano in campo biomedico e delle scienze della vita nel comprendere e applicare la legislazione in fase di preparazione sui dispositivi medici”.
Un caso di “revolving door” (“porta girevole”, ed), la pratica che vede professionisti passare dal settore pubblico al privato e viceversa e solleva il dibattito sul conflitto di interessi e l’accesso dei privati a informazioni riservate tramite un ex insider governativo. Che potrebbe anche garantire regolamentazioni di favore grazie a rapporti privilegiati con il mondo politico. In sostanza, “la via privilegiata attraverso cui i lobbisti possono influenzare l’agenda politica a Bruxelles”, come scrive il Corporate Europe Observatory (CEO), un gruppo di ricerca per sollecitare le istituzioni all’introduzione di regole più severe in grado di bloccare questo meccanismo. “Contatteremo l’Ema – spiega Vicky Cann del Ceo – per capire se ci